
Una risposta univoca non esiste a queste domande, poiché ognuno di noi troverebbe elementi diversi per definire “felicità” a seconda della propria esperienza e delle proprie convinzioni, piuttosto è bene portare l’attenzione su ciò che riteniamo importante per il nostro benessere e su ciò che ci rende forti:
“siamo sicuri che sia più importante la destinazione del nostro viaggio e non il viaggio stesso?”
“Siamo sicuri che l’importanza delle nostre azioni non sia nell’happy ending delle favole piuttosto le peripezie che i personaggi superano e vincono?”
Affrontare peripezie, battaglie e separazioni
Per tutta la vita, avremo a che fare con esperienze nuove, esperienze che non pensavamo di poter vivere. Esse possono essere piacevoli, spiacevoli ma anche avverse, minacciose e pericolose. Queste ultime, da bambini le vediamo incarnate nel mostro delle favole, quella brutta minaccia che deve essere combattuta poiché rappresenta il male. Da adulti, quindi, in maniera silente, quelle che sono esperienze spiacevoli come un licenziamento, una separazione e così via, le viviamo come qualcosa di sbagliato, ovvero ci sentiamo in dovere di “correggere” quell’errore appena vissuto. Senza dubbio si tratta di situazioni difficili, situazioni che ci pongono in una posizione di grande disagio, poiché proviamo paura, a volte terrore in aggiunta all’ansia e ciò, mina il nostro equilibrio emotivo. Ci sentiamo vulnerabili, scossi da non riuscire lucidamente a far fronte alla situazione. Le reazioni che l’uomo può avere di fronte a questo tipo di esperienze ed eventi, sono molteplici poiché non è tanto l’evento ad essere pericoloso in sé quanto la percezione dell’uomo di fronte a quel tipo di evento. Ogni individuo ha una propria rappresentazione mentale di ciò che può essere pericoloso o meno, questo dovuto alle sue esperienze e convinzioni. Questa situazione di instabilità fa paura e per questo, cerchiamo di starne il più possibile lontani poichè la vediamo come negativa e avversa. Eppure le avversità non sono nemiche, possono essere anche motivo di cambiamento e di crescita. Lo vedremo andando ad approfondire il concetto di resilienza e coping.
Resilienza
Il termine resilienza deriva dal latino “resilire” che significa “risalire”, ovvero la capacità di ogni individuo di fronteggiare una situazione stressante in modo da ristabilire un equilibrio psico-fisico. In altri termini quando subiamo un danno, che può essere una brutta notizia, un tradimento, una separazione e così via, resistiamo ad esso, non ci facciamo sopraffare bensì effettuiamo una riorganizzazione della nostra vita in positivo. Non si tratta solo di avere uno scudo di protezione da quale ci teniamo lontani dalle situazioni brutte, in tal caso sarebbe negazione ed evitamento. Si tratta invece di accogliere quella che è la difficoltà in questione, accettarla, viverla se vogliamo, ovvero vivere intensamente quelle emozioni che in quel momento sopraggiungono al pensiero del danno subito. In questo modo abbiamo la possibilità di affrontare la situazione poiché l’abbiamo accolta, poiché la vediamo davanti a noi chiara e nitida. La capacità resiliente sta nell’adattarsi alla situazione difficile e muovere tutte le risorse disponibili per andare avanti.
In che modo?
Di seguito alcune strategie funzionali al superamento delle difficoltà, ovvero le strategie di coping.
Strategie di coping
Innanzitutto, andiamo a definire il termine coping che alcuni studiosi hanno riferito essere “un processo che nasce da interazioni che superano o sfidano le risorse di un soggetto e che è formato da molteplici componenti, quali la valutazione cognitiva degli eventi, le reazioni di disagio, le risorse personali e sociali, etc.”
Si tratta di un insieme di strategie mentali e comportamentali che vengono messe in atto per fronteggiare una determinata situazione. Sono strategie legate strettamente alla personalità dell’individuo in base alle sue esperienze e vissuti, tuttavia sono flessibili e mutevoli secondo la situazione che si pone davanti.
Sono state identificate tre tipologie:
- Problem-focused: si tratta di quelle strategie che l’individuo mette in atto quando è centrato, ovvero è focalizzato sul problema, lo stress, e si adopera per ridurlo.
- Emotion-focused: si tratta di quelle strategie che l’individuo mette in atto quando è focalizzato sull’emozione reagente allo stress, quindi come ridurre l’intensa emozione che lo stress provoca. Un esempio può essere la ricerca di un sostegno sociale.
- Avoidance-oriented: si tratta di quelle strategie che l’individuo mette in atto quando attua comportamenti di evitamento di fronte alla situazione stressante.
Molteplici sono le strategie che possiamo mettere in atto proprio perché la loro scelta e il loro uso, sono dettate in grande misura dalla personalità dell’individuo. Infatti, prima di agire di fronte allo stress, noi effettuiamo due valutazioni: la prima consiste nel valutare la situazione stressante o meno secondo i nostri schemi mentali e secondo le nostre esperienze, la seconda consiste nel valutare noi stessi, ovvero se siamo in grado di fronteggiarla e quali risorse abbiamo a disposizione. Qui entra in gioco la resilienza poiché influisce sul processo di valutazione dello stress. Più siamo resilienti più valutiamo la situazione più o meno stressante e valutiamo noi stessi capaci di far fronte ad essa.
Conclusione
Fin qui abbiamo visto quanto il “vissero sempre felici e contenti” risuoni sempre nelle nostre orecchie in virtù del fatto che sia quella la strada da raggiungere, che sia quella giusta, quella che fa stare bene. Eppure, abbiamo visto anche quanto le avversità, seppur negative e pericolose pongono l’uomo in una situazione importante, da non sottovalutare poiché affronta ciò di cui ha timore.
Qui abbiamo voluto spostare l’attenzione dall’happy ending finale al combattimento dell’eroe contro il mostro cattivo. Si tratta di un combattimento volto alla sopravvivenza, si tratta di lottare per la nostra persona, per il nostro benessere. Quindi quelle che sono le avversità, quelli che sono gli ostacoli, impariamo ad accoglierli, accettarli vederli per quello che sono, senza averne paura. La resilienza ci permette in questo modo di affrontarli. Li affrontiamo solo se li vediamo, li vediamo solo se ci permettiamo di vederli. Abbiamo visto quanto l’uomo prima di ritenere una situazione pericolosa e stressante VALUTA, valuta l’evento e se stesso. Questo processo è possibile nel momento in cui ci diamo la possibilità di focalizzarci su quello che ci accade, anche se spiacevole, anzi a maggior ragione lo guardiamo con maggior interesse. Quindi combattiamo per noi stessi..!!
BIBLIOGRAFIA
https://www.stateofmind.it/tag/resilienza/
https://www.stateofmind.it/2013/10/coping-ottimismo/
https://studiosanavio.net/coping/